Terra Viva, storie italiane raccontate in musica a Londra.

Photo: Global Faction.

Terra come richiamo alle radici di un Paese lasciato tanti anni fa ma coacervo di sentimenti autentici che parlano di amore e valori di una cultura ricca nella sua essenza e mai dimenticata, quella italiana; Viva perché, nonostante tutto, quella terra esiste ancora e racconta le storie di tante realtà diverse che insieme compongono un Paese dalle mille luci ed ombre che vanno ricordate, raccontate, vanno cantate. Terra Viva come l’unione di talenti che attraverso le note di voce, contrabbasso, chitarra, sassofono e batteria, cantano l’Italia all’Inghilterra, diffondendo valori e combattendo gli stereotipi di una cultura ignorante che non sa andare oltre i simulacri dell’ignoto. I Terra Viva nascono nell’agosto 2013 con la voce di Angelina Luzi e il contrabbasso di Devid Dell’Aiera, una coppia inossidabile di amici che da anni suona insieme. Angelina e Devid attraverso la musica, condividono un pezzo importante di vita uniti da una meravigliosa intesa che, una volta sul palco, si moltiplica per cinque con il sassofono di Jack Thrush, la chitarra di Andrea Marin e le percussioni di Matteo Ricordo. La musica dei Terra Viva è energia assoluta che infiamma il loro pubblico, come avvenuto lo scorso 22 novembre all’Hootananny di Brixton quando sono stati ospiti della serata Stranger than Paradise. Un audience eterogenea quella dei Terra Viva, che va oltre quelle linee chiamate confini che a volte vogliono trasformarsi in barriere, e le supera, raccogliendo italiani e londoners di ogni dove, attraverso sonorità folk, gipsy e rock.

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Incontro Devid ed Angelina in un locale di Brick Lane dove gli chiedo come sia iniziata la loro avventura londinese, che ci fanno due musicisti italiani oltremanica e come sono nati i Terra Viva. La loro amicizia si svela attraverso i loro sguardi, si sorridono quasi a voler decidere chi debba essere il primo a raccontare. Angelina così inizia con la sua storia.

In Italia vivevo a Fano, nelle Marche, ma mia madre è inglese e la sua famiglia vive qui a Londra per cui, quando a 18 anni ho deciso di voler trasformare la mia passione in qualcosa di più concreto e quindi di studiare musica, sapendo della scarsa scelta che all’epoca c’era nel nostro Paese, ho scelto di trasferirmi qui per avere l’opportunità di iscrivermi alla Goldsmiths University dove tutto è cominciato…

Diversa la storia per Devid che la musica l’ha incontrata da bambino quando a soli nove anni decide di lasciare la famiglia per andare in seminario dove rimane per quattro anni e grazie all’incontro con un frate che gli insegna i primi rudimenti, scopre l’amore della sua vita, la musica…

Ho praticamente suonato tutta la mia vita, tanto che non saprei dire di quante band abbia fatto parte. A ventisei anni conducevo una vita tranquilla in un Paesino al confine con la Svizzera dove mi dividevo tra casa, ragazza, lavoro e musica ma sentivo che quella non era la strada giusta per me. Volevo viaggiare, scoprire un pezzo di mondo, così nel 2003 ho mollato tutto e mi sono trasferito a Londra dove pensavo di stare tre mesi e poi magari andare in qualche altra meta esotica, ma quei tre mesi durano ormai da undici anni. Arrivato qui, dopo un po’ ho deciso di studiare e mi sono iscritto al corso di musica popolare della Goldsmiths University dove successivamente ho conosciuto Angelina.

Inizia una collaborazione che presto diventa un’amicizia profonda che vede Devid e Angelina suonare insieme per diverse realtà fino a quando decidono di fondare i Terra Viva, all’inizio nato come duo.

Nell’agosto 2013 abbiamo avuto l’opportunità di suonare per un evento di beneficenza, Out of The Ghetto Night. Io (Angelina) già da tempo pensavo a sperimentare nuove cose, volevo scoprire se l’arrangiamento tra voce e contrabbasso, due strumenti tanto diversi tra di loro e che hanno bisogno di una certa intesa e tanto lavoro, potesse funzionare. Il risultato ci è piaciuto moltissimo e, in occasione di quell’evento, ci siamo per la prima volta presentati come Terra Viva. Un’avventura nuova che univa il nostro desiderio di sperimentare con quello di portare la musica italiana sul palcoscenico di Londra, riscoprire così le nostre radici e comunicare un messaggio diverso ad un pubblico nuovo.

Riscoprire le proprie radici attraverso la musica dopo undici anni trascorsi in un altro Paese, raccontare la bellezza dell’Italia agli stranieri e nel frattempo, provocare una sorta di autocritica costruttiva agli italiani, Terra Viva canta il suo messaggio.

L’Italia nel mondo è spesso vista come spaghetti, mandolino e.. Berlusconi, siamo visti per cose che non sentiamo rappresentarci e che non ci rappresentano, così l’idea è quella di una band che cantando italiano a Londra, trasmetta i nostri valori, i valori di un popolo che ha una storia enorme, bellissima, inequiparabile, fatta di arte e cultura. Siamo andati quindi a ricercare le canzoni di quei cantautori italiani che hanno fatto la storia delle radici della musica italiana e che sono socialmente e politicamente coinvolti. Da Gaber a De Andrè, Pino Daniele e Capossela, Carmen Consoli ed altri, quello che facciamo con i nostri arrangiamenti è sbattere in faccia la verità, nuda e cruda, ma con il sorriso, facendo ballare. Poi l’amore per la nostra terra natale è anche ragione di un conflitto interno, la ricerca di riappropriarci in qualche modo di ciò che sentiamo ancora nostro, contrapposto al fatto che ormai viviamo qui da undici anni e non sappiamo se torneremo. Il che però, non rende meno autentico l’amore per le nostre radici.

Dal desiderio di svegliare le coscienze in qualche modo, suggerire un autocritica a chi non vede i meccanismi ciechi di una parte del nostro sistema nasce una canzone bellissima dal titolo Ma chi…

Ma chi è la nostra prima canzone originale che racconta un dolore grandissimo, quello della tragedia che l’anno scorso ha visto la morte di trecento immigrati che cercavano di arrivare sulle nostre terre, ma hanno trovato la morte nei mari di Lampedusa. Questa tragedia, secondo noi, è stata trattata dai nostri media in maniera distorta dipingendo un quadro impietoso di coloro che sono protagonisti e vittime, di una realtà disperatamente povera e diversa da quella che noi possiamo immaginare.

Ma le sonorità dei Terra Viva non sono totalmente italiane, così come il resto della band, un mix culturale che nasce lentamente ma, neanche a dirlo presto diventa soprattutto un gruppo di amici. 

Dopo qualche mese di collaborazione in duo, abbiamo sentito l’esigenza di provare ad aggiungere dei suoni nuovi, così abbiamo inizialmente coinvolto il chitarrista Andrea Marin, un musicista eccezionale che con la chitarra fa magie, a cui successivamente si è aggiunto il nostro batterista Matteo Ricordo con il quale, sin dalla prima prova, è stato amore a prima vista: grande professionista, ha anche un fantastico senso dell’umorismo e così le nostre prove finiscono sempre in grandi risate. L’ultimo componente ad unirsi nel gruppo è Jack con cui io (Devid) avevo già suonato e conoscevo per il suo essere super professionista e fantastica persona, così dopo aver suonato insieme in una jam organizzata nel giardino della casa dove vivevamo, la scorsa estate è entrato anche lui a far parte dei Terra Viva. La nostra idea è quella di espandere il nostro repertorio in inglese per fare in modo che rappresenti in pieno il nostro mix culturale di band un po’ inglese e un po’ italiana che comunque, vive in Inghilterra.

Angelina e Devid, musicisti per passione che vivono al massimo Londra e la sua scena musicale ma poi… cosa vuol dire fare musica a Londra e quali difficoltà comporta?

Per fare musica a Londra bisogna essere aperti nel senso più ampio del termine, è importante non chiudersi in un solo genere e dimostrare di poter essere il più versatili possibili, così da poter cogliere le mille opportunità che questa città ti offre, suonare con varie band e rimanere aperti a contaminazioni che arricchiscono il percorso di ogni musicista che sia armato del bene più prezioso, la passione. La meraviglia di questa città sta negli stimoli che ogni giorno ti offre insieme alla possibilità di esibirti da palcoscenici importanti, fantastici. I progetti da seguire sono molti, ognuno di noi per esempio, lavora contemporaneamente per altri progetti musicali, il desiderio di suonare il più possibile e in diversi contesti è qualcosa di realizzabile qui e va fatto. Poi c’e da dire che Londra è anche una città dura, dove il costo della vita è alto, la competizione è pazzesca e per emergere c’è bisogno di tanto lavoro e tanta dedizione ma la crescita che si può avere è forse incomparabile con quella di altre città europee.

Qual è la situazione in Italia invece?

Il nostro Paese purtroppo ha una mentalità molto più chiusa per cui sono pochi gli stimoli e se non hai buone conoscenze, emergere è difficilissimo. A Londra abbiamo lavorato molto in studio e parlando con molti sound engineers si dicevano stupiti della grande preparazione musicale di molti artisti italiani e soprattutto del fatto che questa alta preparazione non fosse rispecchiata dalla scena musicale italiana che rimane invece abbastanza piatta. Non è quindi assolutamente un discorso di preparazione, anzi, ma è il mercato che, come la mentalità, è molto chiuso.

Tre consigli pratici da dare ai musicisti italiani che stanno pensando di trasferirsi a Londra.

Il primo consiglio sicuramente è quello di circondarsi di musica e… musicisti. La cosa migliore sarebbe iscriversi ad un corso universitario, un internship, un circolo, fare networking il più possibile per non rischiare di ritrovarsi isolati e per avere una struttura alle spalle che accompagni nel percorso iniziale che comunque non è mai semplice. Bisogna essere aperti di mente, cercare sempre nuove realtà, la musica è uno stile di vita e non si può percorrere questa strada se non si possiede tanta determinazione, coraggio e passione.

Importantissimo poi è iscriversi ad un ente come la Musicians Union o magari Basca per i cantautori, ed è una cosa da fare appena si arriva. Questo è il modo migliore per conoscere gli aspetti legali della musica, capire come comportarsi rispetto ad ingaggi, contratti, diritti, proteggersi in caso di incidenti e tutto quello che c’è da sapere. Inoltre da l’opportunità di frequentare meeting e conoscere altri musicisti.

Terzo consiglio è curare la comunicazione. Studiare l’inglese è importantissimo, magari all’inizio è meglio evitare di stare a contatto solo con gli italiani perché rende l’apprendimento della lingua molto più lento e la comunicazione nella musica è un aspetto fondamentale.

Come sarà il 2015 dei Terra Viva?

Sarà un anno live, vivo. Oltre alla realizzazione di un album, abbiamo intenzione di fare tante tournée e la prossima estate vorremmo suonare in Italia, magari nel Sud e poi qui in Inghilterra al Secret Garden Festival, Bestival, Glastonbury ed altre scene importanti per la musica.

Qual’è il messaggio dei Terra Viva, quello che definisce il loro carattere.

Noi cerchiamo di far trasparire un messaggio serio, qui nessuno si è arreso, la nostra Terra è Viva e lamentarsi non serve a nulla ma bisogna tirare fuori i denti, questa la ragione della scelta nel nostro repertorio di una canzone originariamente di Modugno ma espressione di quella lotta di cui anche noi ci facciamo interpreti  ”Tu ti lamenti ma che ti lamenti,  pigghia nu bastune e tira fora li denti…”

 

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