Sei mesi e non dormire, se il piccolo di casa proprio non ne vuol sapere.

Che poi ci sono certe giornate che il sonno perso in quasi sei mesi da mamma si sente tutto. Se qualche anno fa (ma pure mese) ti avessero detto che avresti imparato a vivere con 3 ore di sonno sparso per notte ti saresti fatta una risata… "Certo come no", avresti pensato. Solo che poi la realtà bussa alla porta senza aspettare che tu la inviti ad entrare e scopri un mondo nuovo fatto di una routine che non è mai la tua. Non è mai la tua perché semplicemente di tuo ora c’è poco. C’è il caffè la mattina e le pause che, se hai la fortuna di viverci insieme, può offrirti la tua metà. Lode alle mamme single mi viene da pensare, un giorno sì e l’altro pure.

La maternità è una cosa meravigliosa e questo non lo dimentico mai. È un regalo della vita per cui sentirti fortunata se lo hai e che dare per scontato sarebbe un atto di indulgenza non giustificato. Senza dimenticare la gran fortuna che ci è capitata dunque, la maternità ha anche i suoi lati oscuri, diciamo, sto fatto che alla nascita nn venga consegnato un libretto di istruzioni è un po’ una pecca penso io. La meraviglia della scoperta quotidiana di come funzioniamo noi umani all’inizio del nostro percorso è costellata di esclamazioni tipo “ha fatto la cacca verde” e momenti di panico alla prima febbre alta che il cuore sembra ti si fermi in petto mentre aspetti che il medico ti dica che si, è tutto ok.

Il sonno poi. Ora senza esagerare in queste prime 24 settimane di vita del piccolo di casa io ho dormito 4 ore di fila solo una notte che la mattina ero così felice che avrei potuto organizzare un party per festeggiare. L’energia di quella mattina non la dimenticherò facilmente, avrei potuto fare tutto quello che non ero riuscita a portare a termine nelle settimane precedenti…  Per fortuna che ho poi optato per non fare nulla perché poi la notte stessa si è ricominciato con la sveglia ogni ora e mezzo circa.

In questo percorso di scoperta poi, il senso di colpa, assume tutto un altro significato. Ti senti in colpa se non mangia abbastanza, se mangia troppo,  se non dorme o se si prende un raffreddore, e la lista è lunghissima… Poi ti senti in colpa di sentirti in colpa perché pare quasi che non stia vivendo l’esperienza di mamma in maniera positiva… Fino a quando leggendo gruppi su Facebook e forum vari, scopri che è tutto perfettamente normale, anche il senso di colpa! Che poi alcuni di questi forum diventano una sorta di oracolo per le nuove mamme, come se ogni risposta alle nostre domande fossero tutte lì e tra queste mamme ci sono anche io che, specie durante la notte al quinto risveglio magari, mi ritrovo a googlare frasi del tipo “come insegnare al tuo piccolo a dormire”, “il mio bambino ha sei mesi, ci sono speranza inizi a dormire da solo?”. etc. Per la cronaca non ho ancora trovato una risposta e non volendo fare sleep training, ci ritroviamo al punto di partenza.

L’investimento emotivo di mamma è qualcosa di assolutamente incredibile e ci vuole tempo per imparare a gestire queste nuove emozioni e non c’è nulla di sbagliato in questo. Ci vuole solo un po’ di tempo, dicono, (ed io mi fido).

Adesso siamo alla fase preparatoria svezzamento e anche qui tocca scegliere quale approccio prediligere. Svezzamento tradizionale, auto-svezzamento (in inglese meglio spiegato con l’espressione baby led weaning) o magari una combinazione dei due. Ecco io credo che opterò per la terza opzione con la speranza di non fare un casino esagerato e soprattutto con la speranza comune a tutti i genitori in questa fase, che il piccolo di casa non si strozzi, ecco.

Mentre poi, lui fa le prove da teenager con improvvisi strilli quando è stanco/ha fame/ è frustrato, io cerco di imparare tutti i suoi segnali e a volte, lo ammetto, cedo e gli do quello che vuole (che poi la maggior parte delle volte è la tetta).
Quanto è facile giudicare dall’esterno, improvvisamente ti rendi conto. Sembra tutto così semplice quando il figlio che non dorme/che non mangia/che piange sempre non è il tuo.

Il piccolo di casa ha generalmente un attitudine dolce e un po’ ruffiana, piange solo quando deve, ma di dormire proprio non ne vuole sapere. Mi chiedo come fanno le mamme che lavorano ad essere produttive con poche ore di sonno alle spalle e mentre spero che nel frattempo il piccoletto impari a dormire, temo che lo scoprirò da me tra pochi mesi quando sarò io a dover tornare a lavoro.

Di nuovo qui, lode alle mamme single aripenso io.

 

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