Londra e la musica a 360°: Domenico Angarano.
La musica. Per alcuni un passatempo, per altri un mestiere, una passione, un’attitudine, un modo di vivere. Come per Domenico.
Domenico Angarano, classe 1981, è un musicista di Napoli che dal gennaio 2011 vive a Londra.
Praticamente musicista da sempre, ha frequentato il conservatorio di Napoli dove ha conseguito una laurea in jazz. Solo l’inizio di un cammino, iniziato da bambino con il pianoforte e proseguito tra un accordo e l’altro, con l’incontro delle note in tutte le sue scale e toni. Incontri fortunati quelli di Domenico. Artisti, maestri, allievi, compagni di un viaggio che per ora ha fatto tappa a Londra.
A Napoli, terra calda che rimanda al profumo del mare e ad i canti di strade dei colori della gente, nasce quest’artista di cui per fare un elenco esaustivo delle esperienze fatte, questo spazio non basterebbe. Qui nella terra della passione più vera, Domenico suona, impara e insegna, facendo suo quello che gli è stato trasmesso da persone come Gianluigi Goglia, “un grande maestro che mi ha insegnato davvero tanto”; cogliendo le occasioni che di volta in volta la vita gli ha presentato, “ricordo quando mi hanno chiamato dall’università per chiedermi se volevo accompagnare Stefano Bollani che si sarebbe esibito da noi il giorno dopo, un’emozione grandissima”, crescendo poi con gli Slivovitz, intreccio tra amicizie profonde, completa dedizione alla musica, disciplina e …“la più grande scuola dove poter imparare per me. Storia d’amore iniziata sui banchi di scuola e mai realmente finita, ho suonato con loro fino al 2011 quando ho deciso di trasferirmi qui a Londra”.
Ma è a Woodstock che qualcosa cambia per sempre.
“Nell’estate 2010 sono andato ad un seminario al MMW Camp (Medeski Martin Wood) ed ho scoperto quello che in realtà avevo sempre intuito: la forza con cui la musica può connettere persone da tutto il mondo, con background diversi, lingue, culture e approcci differenti, uniti da una passione vera e pura per la musica”.
Certe consapevolezze una volta acquisite sono difficili da poter ignorare, praticamente impossibile continuare la propria vita come se quella magia non fosse mai avvenuta.
“A Napoli ho fatto davvero tante esperienze validissime, che mi hanno fatto crescere e contribuito a costruire la mia personalità di artista, ma ad un certo punto l’esigenza di muovermi alla ricerca di un ambiente diverso è stata troppo forte. Avevo bisogno di opportunità nuove che non finissero nello spazio di una serata, un concerto o un disco. Io volevo qualcosa che mi permettesse di applicare la musica ad altre forme d’arte. Ero frustrato alla ricerca di qualcosa che semplicemente in Italia non esisteva. Non sapevo a cosa andavo incontro, ma ad un certo punto nella vita devi dare alle situazioni l’opportunità di accadere”.
Domenico è uno di quegli italiani che a Londra ha trovato la realizzazione ad aspettarlo. Ma non a costo di pochi sacrifici. Guidato da un desiderio, un desiderio di libertà. Libertà di esperire una passione a 360° senza limiti di sorta. Il sogno di poter ascoltare un’intuizione e camminare per un percorso non ancora tracciato, senza ben sapere dove porterà, ma con la consapevolezza del nuovo. Dell’ignoto.
“All’inizio è stata davvero dura. Soffrivo nel cercare di immaginare qualcosa di diverso rispetto a quello a cui ero abituato. Soffrivo nell’abbandonare la mentalità con cui fino a quel momento mi ero approcciato alla musica, al mondo dell’arte in generale. Ho impiegato un anno a capire come poter davvero cambiare le cose.”
Ma poi è arrivata una domenica di ottobre a cambiare la direzione di un percorso già tanto ricco di esperienze, desideri, talento ed ambizioni. Era il 2011.
“Un semplice annuncio di lavoro su un sito web: cercavano un musicista che suonasse dal vivo in delle classi di danza, ma da lì nulla è stato più come prima. Ho infatti scoperto quello che da sempre intuivo, la possibilità di osare, sperimentare; ho riscoperto la ricerca, quel percorso che mi ha permesso di sfuggire da un circolo statico in cui la prima cosa a soffrire di una routine forzata, era l’arte, la musica”. Al “The Place” (London Contemporary Dance School) potevo suonare qualsiasi cosa, dare sfogo alla mia creatività, uscire dai binari di un percorso morto per ricominciare a viaggiare verso l’ignoto; raggiungere nuovi ed entusiasmanti posti per poi ripartire di nuovo”
Riuscire a reinventarsi non è semplice, neanche da artisti. Ma a volte si sa, è un po’ come l’effetto domino, una volta data la spinta giusta al primo tassello, gli altri cadono giù uno dietro l’altro, disegnando un tracciato che può portare dove si vuole.
“Dopo aver ripreso contatto con quella parte di me che voleva cambiare, osare, a Londra ho trovato il modo di usare la musica come mezzo di espressione. Arrangiando, componendo, esibendomi, ho conosciuto altri musicisti, artisti, performers, sono nate collaborazioni, amicizie e soprattutto è nato un nuovo approccio all’arte in generale”
Ma la musica non è mai banale quando è associata alla parola arte. Il desiderio di esplorazione allora, porta inevitabilmente alla sperimentazione, all’incontro ed al connubio di arti diverse in una dialettica performativa che non può esaurirsi nelle note di un pentagramma. E allora il Domenico musicista, compositore, performer, continua la sua ricerca verso il nuovo, facendo di ogni incontro un’occasione giusta.
“Negli ultimi anni sono varie le collaborazioni nate dall’incontro di talenti veri, come quello con Fabio Palmieri (Notworking Films), artista partenopeo trasferitosi a Milano conosciuto tramite amici, con cui abbiamo realizzato una serie di cortometraggi e video al puro scopo di ricerca personale. Io da Londra, lui da Milano. E poi ancora, l’incontro avvenuto tramite amici in comune, con Davide Gentile (Mercurio) regista milanese con cui abbiamo realizzato dei progetti per la MO Film partecipando a contest per la pubblicità che ci sta portando grandi soddisfazioni (per la publicità della Lux abbiamo appena ritirato un premio a Shangai, un’altra enorme emozione).”
La gioia della conquista come la definisce Domenico lo porta ad entusiasmarsi in tutti i percorsi che intraprende. Che sia la composizione di una musica della pubblicità (come per esempio quella per l’ultima festa del cinema nostrana) o la performance dal vivo di una delle classi di danza per cui suona, o magari la musica che con il suo basso suona nei vari gruppi di cui fa parte (“Bill Laurance trio” e “After They Left” di cui il disco è di prossima uscita, per citarne un paio) la parola d’ordine è rischio. Perché è il rischio che porta all’incontro col nuovo, l’ignoto, la conquista, appunto. E Londra è di nuovo protagonista.
“La consapevolezza di vivere in una città che è un po’ come vivere in tutto il mondo, in cui non esistono quelle dinamiche sociali che sono mortificanti per la creatività, aiuta nella crescita personale, riesci più chiaramente a recepire i milioni di stimoli che ti circondano e a trasformarli sotto forma di arte nel significato che gli attribuisci tu. Non dico che non sia faticoso, qui non ci si ferma mai e non si può mai dare nulla per scontato anche perché la competizione è alta, ma è proprio questa frenesia la madre delle idee migliori, che non puoi abbandonare finchè non le hai rese qualcosa da restituire sotto forma di arte. Tra scuola e lavoro creativo lavoro anche 18 ore al giorno ma non sento la stanchezza perché sono soddisfatto di quello che faccio.”
Un percorso ricco di sorprese quello di quest’artista napoletano che a Londra ha trovato il suo riscatto. Uno di quei tanti italiani che qui sembra aver trovato finalmente la loro dimensione, ma quale il prossimo step?
Le idee sono mille e a volte la difficoltà più grande è metterle in ordine e trovare il giusto spazio per ognuna di loro. Non so se vivrò per sempre a Londra, forse in futuro andrò in qualche altro Paese, ma per il momento non sento ancora esaurito il mio percorso in questa città. Prossimo step… Avvalendomi del supporto di altri collaboratori, sto per mettere su una società di post-produzione che prevede il coinvolgimento di diversi professionisti che come me, hanno voglia di investire le proprie energie, come sempre, in progetti più grandi. Un altro modo per raccogliere una sfida, quella di unire l’amore per la musica, con il desiderio di rinnovarsi e non cadere mai nella routine o nella noia, cercando di approfittare di tutte le opportunità che Londra offre.
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